CERAMICHE GOTICHE DA CASTEL PERGINE.
Il restauro di alcune olle medievali
Castel Pergine è una fortificazione che si erge ad un’altezza di 650 metri su di un dosso vicino al colle del Tegazzo, a est della cittadina di Pergine Valsugana, in Trentino. Dall’alto della sua posizione dominante la vista spazia su tutta l'Alta Valsugana dalla conca del Lago di Caldonazzo fino al monte Calisio, dalla Valle dei Mocheni fino alla Marzola.
Anche se mancano documentazioni certe si presume fosse la sede di un castelliere romano (o addirittura preromano, in particolare di epoca Retica e Longobarda) in età antica. Il castello è nominato nei documenti a partire dal 1220 e la sua posizione risulta particolarmente strategica sia per l'ampio domino di terre che questa fortificazione può controllare, sia per l'importante punto di collegamento tra Veneto e Trentino. Come gran parte delle fortificazioni medievali, fu oggetto di vari passaggi di mano tra signori, funzionari, vescovi e capitani di ventura dell’epoca. Nel 1250 il castello fu espugnato dal temutissimo condottiero e signore della Marca Trevigiana, Ezzelino III da Romano, detto il Terribile, il quale lo tenne in affidamento fino alla sua morte avvenuta nel 1259. Verso la fine di questo secolo il castello passò al conte del Tirolo Mainardo, ed il castello rimase, salvo alcuni periodi, legato allo stato Asburgico-Tirolese fino al 1531, anno in cui il Principe Vescovo di Trento Bernardo Clesio lo riscattò. Nel 1803 dopo la soppressione del Principato Vescovile di Trento da parte di Napoleone Bonaparte, il castello passò prima all’Austria, poi al Regno di Baviera per ritornare nuovamente nelle mani del Principe Vescovo di Trento. Nel 1905 fu venduto dalla curia trentina. Negli anni a seguire passò di proprietà più volte, fino a giungere ai giorni nostri in proprietà ad una fondazione ONLUS, la quale si occupa della sua manutenzione, gestione e promozione. Al suo interno si trovano un ristorante ed un albergo.
Le maioliche oggetto di questo delicato intervento di restauro effettuato presso il nostro laboratorio, provengono da un fianco del dosso ove si erge Castel Pergine. Si tratta di un crinale utilizzato, con molta probabilità, come discarica. I cocci di queste mattonelle di stufa sono stati recuperati negli anni 80 da un abitante di Pergine Valsugana, appassionato della storia del suo paese e del suo castello. Con infinita pazienza percorse più e più volte ogni singolo palmo del bosco sottostante il castello, smuovendo fogliame e terriccio in cerca di reperti. Queste olle sono state recuperate assieme ad altri cocci ancora più antichi. Da attento studio è emerso che si tratta di resti di olle databili al XV secolo, in stile gotico, realizzate tramite pressione dell’argilla all’interno di uno stampo (probabilmente in legno) e rifinite a mano libera. Si tratta di ceramica invetriata (non maiolica) realizzata applicando alla terracotta una vernice a base di silice e piombo che, una volta cotta, vetrifica diventando lucida e compatta. Questa tecnica nota già in epoca romana, fu diffusa particolarmente in epoca medievale, e tutte le stufe realizzate in questa epoca presentano questo tipo di finitura. Le mattonelle misurano all’incirca 16x16 cm, il bassorilievo presenta al centro l’aquila bicipite del Sacro Romano Impero entro uno scudo sormontato da Corona, ai due lati due leoni rampanti sormontanti due scudi (ad oggi non abbiamo ancora trovato a chi appartenga questo stemma). Come non è certo sapere chi sia il ceramista (hafner) che l’ha realizzata. Di sicuro si può affermare che l’ambito è quello tirolese (il territorio del Tirolo storico che comprende l’attuale Trentino, sud Tirolo e nord Tirolo) ma non esistono documenti o citazioni così antiche che ci possano indirizzare a qualche manifattura in particolare. A Trento il primo fumista documentato è un certo Zorzus bochalarius (ceramista) citato nel 1474 per alcune stufe realizzate per il Castello del Buonconsiglio. Del 1478 un certo Michael e del 1483 un certo Giovanni bavarese, fornitore di stufe.
La stufa con ogni evidenza doveva far parte di una serie di manufatti realizzati per riscaldare le sale del castello. Nei secoli queste stufe sono state sostituite con altre più moderne e di altro gusto estetico, rispettando le mode e le tendenze del momento. Questi frammenti raccolti sono la testimonianza di ciò che era presente nel castello nel XV secolo. Attualmente nelle sale sono presenti alcune stufe, di epoca più recente: una in stile barocco è visionabile in una sala adibita a ristorante, un’altra in una sala secondaria.
Il restauro archeologico che abbiamo eseguito, è stato rivolto alla ricostruzione totale delle mattonelle, al fine di avere una visione completa delle formelle in ceramica. I pezzi sono ora esposti all’interno di una teca nel nostro museo-collezione, assieme ad altri pezzi unici e pregiati. Raccontano un pezzo di storia delle nostre origini e racchiudono allo stesso tempo l’essenza del saper fare dell’artigiano trentino.