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11/12/2020

la stufa per l'esposizione regionale del 1875.

Un prezioso tesoro della fornace Mosconi di Vermiglio.

Se c’è un prodotto artigianale che più di ogni altro si può ritenere tipicamente trentino, questo è sicuramente la stufa a olle. In Trentino più che in altre regioni d’Italia, forse d’Europa, esiste una cultura legata a questo prodotto più che secolare, millenaria. Ricerche archeologiche condotte nel nostro territorio hanno portato alla luce resti di proto stufe di epoca retica databili al V secolo a.C.

la stufa per l'esposizione regionale del 1875.

 

I nomi dei primi fornellari-stufari documentati a Trento sono quelli di Michele Magr. nel 1478 (il cognome non compare per intero nei documenti storici), Giovanni il bavarese nel 1483, Zoan Pero nel 1531, Cinegotti Pietro e Negri Bernardo nel 1570. Non conosciamo con certezza le loro stufe, ma sappiamo invece che hanno lavorato a Trento. Alla fine del 1700 fanno invece la loro comparsa sul territorio trentino, più o meno in ogni valle, un numero incredibile di fornaci dedite alla lavorazione e cottura dell’argilla. Arrivano a Trento i Bormiolli, a Sfruz si affermano i Cavosi, a Tesero c’è la fornace Zeni. E negli anni a seguire arrivano i Tomazzoli a Cles, i Leonardi a Vezzano, i Tomasi-Corradini a Molina di Fiemme, i Mosconi a Vermiglio e una infinita quantità di piccole botteghe sparse un po’ ovunque. Quella che qui vogliamo raccontare brevemente è la storia della fornace di Antonio Mosconi di Vermiglio e della bellissima stufa che abbiamo restaurato recentemente, la stufa che egli espose a Trento alla Esposizione Regionale d’Agricoltura ed Industrie Attinenti nel settembre del 1875.

La tradizione popolare lega la famiglia Mosconi di Vermiglio alla lavorazione dell’argilla sin dal 1600. Purtroppo questo non è documentabile in alcun modo. Se ci fossero stati dei documenti, andarono sicuramente distrutti e persi nel pauroso incendio che, il 16 aprile del 1877, devastò tutto il paese. Partendo da una casa nel mezzo dell’abitato, verso le 10 del mattino, il fuoco distrusse praticamente per intero la frazione di Pizzano, quella verso il Tonale, dove si trovava la fornace dei Mosconi.

Quello che sappiamo con certezza è che Antonio Mosconi nacque il 12 giugno 1844 da Domenico Mosconi e Antonia Longhi, ultimo di 12 figli. La sua stufa più antica giunta a fino a noi, firmata e datata 1869, fu realizzata a Vermiglio quando aveva 25 anni. Si tratta di una stufa particolarmente curata, dalle belle decorazioni pittoriche e che denota una certa padronanza della lavorazione dell’argilla a stampo, anche in formati molto complessi (qui la descrizione del restauro effettuato dalla nostra bottega). Di questa stufa realizzò varie copie, con piccole variazioni. Continuò la sua carriera di artigiano ceramista realizzando molte stufe, perfezionando e migliorando via via la tecnica. Nel 1875, dal 9 al 23 settembre, si tenne a Trento per la seconda volta una esposizione regionale di prodotti agricoli, delle industrie affini e delle arti. Antonio Mosconi partecipò a questa importantissima rassegna fieristica, come fecero nel 1857 i suoi colleghi della fornace Bormiolli. Qui il Mosconi portò in esposizione quella che sicuramente è una delle più belle stufe da lui prodotte. Maiolica bianchissima, lesene decorate con putti sormontanti colonne, allegorie di uccelli tropicali e piante. La stufa fu molto apprezzata dal pubblico, tant’è che “il giurì decreta menzione onorevole a Mosconi Antonio di Vermiglio Malè per le sue stufe in terra cotta”.  Risulta quasi profetica l’incisione che Antonio fece su di una mattonella: “LABOR OMNIA VINCIT”. Frase latina il cui significato letterale è: "La fatica vince ogni cosa" citata spesso per dire che con uno sforzo sufficiente si può ottenere qualsiasi risultato. Su di un’altra mattonella, in bella vista incorniciata da uno scudo sorretto da due putti, l’incisione dedicata alla mostra: “PER LA ESPOSIZIONE REGIONALE 1875”. Questa stufa, visto il grande successo ottenuto, negli anni a seguire fu riproposta in molte varianti cromatiche e costruttive, sovrapponendo vari elementi decorativi.

Abbiamo avuto la fortuna di lavorare su questo prezioso manufatto, un pezzo unico di enorme valore. Una stufa con una gran bella storia da raccontare, apprezzata dal pubblico dell’esposizione del 1875, ma ancor di più amata dai suoi proprietari. Nei decenni questa stufa è stata installata più volte, per prima in Valle di Sole nel paese di Ossana. Lì proprio sotto al paese di Vermiglio che l’ha vista uscire dal forno per la prima volta, candidamente bianca, bella, quasi perfetta. Antonio Mosconi deve averla venduta visto che questo era il suo lavoro, fare le stufe in maiolica. Ma forse non volle che andasse troppo lontana da casa. È bello pensare, immaginare, che ogni tanto la andasse a trovare, quasi come fosse una figlia, la sua figlia più bella. Decenni dopo fu smontata da quella casa di Ossana, e i proprietari se la portarono nella loro nuova casa sulla collina di Trento. Non sappiamo se dei pezzi furono persi o buttati, di certo sappiamo che furono aggiunte delle zampe di leone di un’altra manifattura trentina, quella dei Bormiolli. La stufa fu dunque rimaneggiata ed in parte modificata. Alcune mattonelle furono tagliate per far posto alla portina di carico ed al tubo di scarico dei fumi. I pezzi tagliati ovviamente furono buttati. Il nostro intervento di restauro ha permesso di ricostruire completamente questi pezzi danneggiati. Abbiamo dato una nuova vita, speriamo ancora lunga, a questa opera d’arte ceramica. Auguriamo ai suoi proprietari di godere per molti anni del calore che questa stufa sa dare. Soprattutto auguriamo loro di vivere dei momenti emozionanti davanti al fuoco, che potranno ricordare per sempre.