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12/10/2020

CASTEL CALDES IN VAL DI SOLE: Il restauro della stufa del XVII secolo.

Castel Caldes sorge nell’omonimo borgo della Val di Sole in Trentino. È stato eretto nel 1230 per volontà della Famiglia Cagnò come casa-torre posta a controllo dei traffici lungo le valli del torrente Noce. Trasformata in residenza nobiliare a metà del Quattrocento, nel 1464 il castello venne donato alla Famiglia Thun che nei secoli a seguire lo modificò e lo ampliò aggiungendo la piccola torre a nord. Passato in mano ad una famiglia locale nell'Ottocento, oggi Castel Caldes è proprietà della Provincia Autonoma di Trento che si è occupata del suo restauro, ed è quindi visitabile.

CASTEL CALDES IN VAL DI SOLE: Il restauro della stufa del XVII secolo.

Gli interni del castello appaiono oggi in tutta la bellezza di pareti con affreschi e rivestimenti in legno, tra cui si distinguono la Stanza del Conte e la Sala da Ballo. La stanza più misteriosa ed emozionante è però la stanza affrescata detta "la prigione di Olinda", al piano superiore della torre. La leggenda narra che la contessina Marianna Elisabetta Thun (Olinda) figlia del Conte Redemondo, a metà del Seicento si innamorò del giovane Arunte, menestrello di corte: un amore contrastato, che porterà i due a fuggire lontano. La giovane Olinda, costretta a rientrare, venne rinchiusa dal padre nella stanza della torre, al fine di impedire il matrimonio tra i due innamorati. Qui passò gli ultimi mesi di vita da reclusa, decorando la stanza con i temi dell’amore contrastato ma non vinto, e vi morì appena ventenne.

A Castel Caldes è stata aperta al pubblico la magnifica Stube del Conte, vasto ambiente restaurato in maniera certosina ed arredata nei minimi particolari. Un luogo magico che, assieme alla stanza di Olinda, rappresenta il fiore all’occhiello del maniero solandro. Dopo oltre due anni di lavori curati dal museo provinciale (con la collaborazione della Soprintendenza per i beni culturali) la stanza è tornata agli antichi fasti con il perfetto restauro degli intonaci, del pavimento intarsiato, del soffitto ligneo e del rivestimento parietale in legno d’abete, dipinto a tempera e ornato con delicati motivi a stampo d’ispirazione vegetale. Gli arredi, le suppellettili, e la pregiata stufa a olle di età barocca provengono dalle collezioni del Castello del Buonconsiglio.

Ed è proprio questa stufa che è stata oggetto di restauro da parte della nostra azienda. Era esposta in una sala del Castello del Buonconsiglio a Trento, ma a seguito di lavori è stata da qui tolta. Si tratta di una stufa a olle di manifattura trentina-tirolese databile all’ultimo quarto del XVII secolo, realizzata con argilla rossa locale tramite la tecnica a pressione dentro stampo, successivamente ingobbiata e smaltata. I colori dello smalto sono un bel bianco lucido ed un rosso vinaccia che in alcune zone tende al bruno. Molto belli sono i putti posti come lesene angolari, già visti in altre stufe dello stesso periodo nella zona che va dalla piana Rotaliana fino a Rovereto. Sono tutt’oggi conservate stufe quasi analoghe, ma di colorazioni differenti, a Mezzocorona, Trento, Villa Lagarina e Rovereto. Gli stessi putti si trovano anche in una stufa simile conservata a Castel Valer in valle di Non.

Il restauro che noi abbiamo curato è partito con lo smontaggio presso Castello del Buonconsiglio. Una fase molto delicata in quanto le maioliche erano incollate tra di loro con malta cementizia e, da quando si trovava presso questa sede, la stufa non era mai stata utilizzata. Si trattava di una installazione fatta negli anni Settanta con cemento e mattoni di cotto, più un lavoro da muratore che da fumista. Tutto il materiale ceramico è stato trasportato nel nostro laboratorio, dove è iniziata la fase di restauro delle singole maioliche. Molte di queste erano frammentate, anche in più pezzi, altri pezzi erano del tutto mancanti, altri seriamente danneggiati. Il lavoro di ricostruzione e restauro ha richiesto un enorme sforzo ed impegno. Tuttavia, durante questa lavorazione, abbiamo fatto una interessante scoperta. Dei sei putti angolari che compongono la stufa (due nella parte inferiore e quattro nella torretta superiore), uno si presentava leggermente diverso. Più precisamente, le sue dimensioni erano maggiori rispetto a tutti gli altri. Non era più grande nelle dimensioni di ingombro massime (altezza e larghezza) ma era la figura del putto a risultare maggiorata in volume di circa un 3% (le guance, le braccia, le gambe, tutto era più “gonfio”). Tutte le proporzioni erano rispettate, come se si trattasse di una “fotocopia” ingrandita. In realtà si è scoperto che non era questo ad essere più grande, ma erano glia altri cinque ad essere più piccoli. Anche il colore presentava delle differenze cromatiche: il rosso vinaccia qui aveva delle sfumature tendenti al verde e al marrone più marcate. Ciò indica che si tratta di copie realizzate partendo da uno stampo creato sulla base della lesena più grande, la quale risulta essere anche più antica. Da studi e comparazioni fatte nel nostro laboratorio, si è potuto datare questa singola mattonella ad un periodo antecedente di circa 50 – 60 anni, avvero verso il 1620. Oltre a questo pezzo, nella stufa restaurata sono presenti anche un pezzo di cornice inferiore e superiore affiancabili al putto angolare più antico. Questo ci ha portato a supporre quasi con certezza che la stufa in oggetto sia una copia realizzata nel 1680 circa, partendo da alcuni pezzi di una stufa più antica del 1620 circa. Tale scoperta risulta essere molto interessante in quanto ci fa capire come per un ceramista fosse molto più facile “ricopiare” una stufa che non creare da zero tutti gli stampi necessari alla sua realizzazione. Ciò succedeva nei secoli passati e succede ancora oggi. È attuale la riscoperta e riproposizione sul mercato di forme e colori di olle utilizzate nel passato e che hanno attraversato i secoli, dimostrando come la stufa olle trentina tirolese sia sempre presente nella cultura del calore domestico.

Un bel video pubblicato dal museo del Castello del Buonconsiglio ci porta a scoprire questa bellissima stube originale, dove ha trovato collocazione definitiva la stufa da noi restaurata, riscaldante e funzionante tramite un sistema di resistenze elettriche. Qui sotto il link per vedere il video.

BUONCONSIGLIO A DOMICILIO. Alla scoperta della Stube del Conte a Castel Caldes con Mirco Longhi.

https://youtu.be/YCJ4Hwt-ssM