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09/03/2015

Castel Thun, restauro stufa nella stanza del principe vescovo.

Il restauro della stufa seicentesca conservata nella stanza da letto del principe vescovo presso Castel Thun, presentato nelle sue varie fasi. Per la grandezza e la complessità del restauro, è stato sicuramente uno dei nostri migliori lavori. Inoltre, si sono fatte delle scoperte che erano del tutto sconosciute. Leggete e scoprite le varie fasi del nostro lavoro, che è durato circa 6 mesi; e se vi capita, andate a fare un giro al museo di Castel Thun, ed ammirate la stufa dal vivo, in tutta la sua maestosità.

Castel Thun, restauro stufa nella stanza del principe vescovo.

Fase 1. L'intervento di restauro della stufa, presente nella stanza da letto del principe vescovo presso Castel Thun, si è reso necessario per impedire l'avanzamento di un deterioramento causato da un cedimento strutturale. Durante il primo sopralluogo effettuato con i funzionari della soprintendenza, era ben chiara la situazione: la stufa stava collassando sotto il proprio peso. Il passare degli anni e le vibrazioni causate probabilmente dal cantiere del castello, stavano compromettendo seriamente tutta la stufa.

Fase 2. Gran parte delle ceramiche seicentesche, stavano implodendo, causando dei distacchi anche notevoli di sezioni ceramiche. Si è quindi deciso di intervenire immediatamente per evitare il peggio, ovvero il collasso dell'intera stufa.

Fase 3. Sono stati effettuati tutti i rilievi necessari, sono state numerate le circa 300 mattonelle, e tale numerazione riportata sui prospetti preparati precedentemente, per poter poi ricollocare ogni piastrella al suo posto. Fatto del tutto inaspettato è che sono state ritrovate, murate all'interno della stufa, tre mattonelle molto singolari: una riportante lo stemma dei Thun, e due modificate come "scaldapugni". Nello smontare la stufa si è inoltre potuto notare che la stessa presentava dei segni lasciati da assemblaggi precedenti, almeno due. Tale stufa difatti fu prodotta per il principe vescovo Sigismondo Alfonso Thun, che con tutta probabilità la utilizzò prima a Bressanone (dove era stato eletto principe vescovo) e poi la portò a Castel Thun ( quando fu eletto principe vescovo di Trento). Inizialmente la stufa si trovava al piano inferiore rispetto a quello attuale, e si rese quindi necessario un secondo spostamento quando il castello fu alzato , e fu creata la stanza da letto attuale. In tutti questi vari spostamenti, molte mattonelle vennero rotte e disperse, ed alcune furono murate in zone non visibili. L'aver quindi smontato nuovamente questa imponente stufa, ci ha rivelato la data esatta della sua creazione, con la scoperta della mattonella datata 1671.

fase 4. Smontata la stufa a Castel Thun, tutto il materiale è stato portato presso il nostro laboratorio di Trento, dove è iniziato il lungo percorso di restauro. Inizialmente ogni singola mattonella o frammento, è stato ripulito da calcinacci, inerti ed intonaci vari utilizzati nelle precedenti installazioni. Questo intervento viene eseguito utilizzando scalpelli e raschietti a mano, per non compromettere o stressare la ceramica. Questa stufa in particolare presenta degli spessori della maiolica molto fini, tant'è che alcune mattonelle raggiungono appena uno spessore di 4-5 mm. Tolte tutte le impurità le maioliche sono state lavate e quindi si è iniziato con il processo di ricostruzione delle parti mancanti. Tali ricostruzioni vengono eseguite con stucchi ceramici e polimeri di vario genere, a seconda del caso.

Fase 5. Ad essiccazione avvenuta, le superfici ricostruite vengono lisciate per riportarle al piano. Ove invece richiesto, la superficie segue l'andamento mistilineo della maiolica, come ad esempio sulle cornici.

Fase 6. In questa fase di ricostruzione, i singoli frammenti che sono stati raccolti sul posto, vengono inseriti come in un restauro archeologico. La superficie ricostruita seguirà poi il ritocco pittorico, con la creazione di un fondo di tonalità neutra, sopra il quale verrà completato il decoro.

Fase 7. Ecco la mattonella riportante la data 1671, con al centro lo stemma dei conti Thun. Tale mattonella è stata ritrovata nella fase di smontaggio della stufa, murata in una parte non visibile. Nella attuale installazione, tale mattonella è stata posta in bella mostra sul lato frontale. Insieme a questa mattonella, sono state ritrovate anche due mattonelle convertite a "scaldapugni" , o piccoli scaldavivande. Sono state ritagliate nella parte centrale, ed è stata applicata dietro una piccola scodella in terracotta smaltata; tale modifica è stata fatta sin dall'origine, in quanto il taglio risulta essere smaltato anche sui bordi. Inoltre si è scoperto che anche il pavimento in maiolica sottostante alla stufa, presenta una piccola mattonella che riporta la data 1672. Per chi andrà a visitare Castel Thun, consigliamo di osservare molto bene il pavimento sotto la stufa, e noterà sicuramente questa "perla" nascosta.

Fase 8. Finito tutto il lavoro preparatorio delle maioliche, è iniziato il pre assemblaggio in laboratorio. Seguendo le sequenze riportate sui prospetti compilati in precedenza, ogni mattonella è ritornata al suo posto. Con questo tipo di intervento si è data anche maggiore resistenza strutturale alla stufa stessa.

Fase 9. La stufa è stata assemblata completamente in laboratorio. Qui si nota la bella sequenza delle mattonelle decorate, che riportano lo stemma della famiglia Thun, l'aquila del principato vescovile di Trento, l'agnello del principato vescovile di Bressanone. Sigismondo Alfonso Thun fu tutto questo contemporaneamente.

Fase 10. Trascorsi mesi di lavoro impegnativo, finalmente la stufa ritorna a Castel Thun. Dopo aver provveduto al restauro lapideo dello zoccolo, e dopo aver riconsolidato e rinforzato la struttura portante, è iniziato il delicato intervento di ricollocazione. Passo dopo passo, settore dopo settore, la stufa ha iniziato a riprendere forma, mostrando nuovamente la sua naturale bellezza.

Fase 11. In questa foto si notano i due "scaldapugni" ritrovati, che ora sono visibili sul lato destro della stufa ( sono quelle due mattonelle marroni ). Qui siamo già in fase avanzata di assemblaggio, avendo installato già più di metà della stufa.

Fase 12. Con la posa delle ultime ceramiche, il restauro può dirsi concluso. Di rito la foto con lo staff al momento dell'esecuzione del lavoro.

Fase 13. Patrizio ( a sinistra) e Donatello Tapparelli posano orgogliosi davanti a quella che viene definita "la più bella stufa del Trentino". Il lavoro è stato molto impegnativo, ma ricco di soddisfazioni. Durante il restauro effettuato presso il nostro laboratorio, una troupe televisiva della sede RAI di Trento, ha effettuato un documentario di circa 20 minuti, che andò in onda su RAI 3.